Mentre intorno era silenzio, si
udivano solamente i singhiozzi dell'uomo, tutti lo
osservavano-probabilmente non solo ad Agata era parso un estraneo-
fino a che quel piangere a dirotto non parve quasi inopportuno, nel
senso che già i partecipanti non erano moltissimi e quei singhiozzi
producevano un eco nella chiesa da far spavento. Agata decise così
di parlare e cercare di calmare l'uomo.
“Era
suo parente?” chiese lei con fare contrito.
L'uomo subito non rispose, si
asciugò gli occhi con la mano, soffiò rumorosamente il naso in un
fazzoletto e quindi, ricomposto-tutti trassero un sospiro di
sollievo, ringraziando mentalmente Agata per quella trovata- rispose:
“No,
signora. Sono solo l'addetto alle pompe funebri”.
Agata, allibita, non seppe che
dire. Pensò subito che se a tutti i funerali quell'uomo piangeva a
quel modo, la sua vita doveva essere ben straziante. Forse avrebbe
dovuto cambiare mestiere.
“Ma
lo conosceva, il signor Cesare? No, perché la vedo tanto
afflitto...” disse Agata.
“Signora,
non l'avevo mai visto in vita mia. Non è per lui che piango, piango
per me!” disse l'uomo, iniziando nuovamente a frignare.
Agata ci pensò su. Che
quell'uomo avesse qualche malattia incurabile, segreta, misteriosa,
forse anche lui stava per scoprire cosa significasse vivere con un
bitorzolo? Certamente doveva avere poco da vivere per disperarsi in
tale maniera. Così, con tutto il tatto di cui disponeva, sussurrò
all'uomo:
“Quanto
le rimane?” intendendo quanto gli rimaneva da vivere.
L'uomo sembrò sorpreso dalla
domanda, ma disse subito: “Mille euro”.
“Mille
euro?” fece Agata, capendo che parlavano di cose completamente
differenti.
“Sì,
mi rimangono mille euro che dei parenti del signor Cesare non mi
vogliono pagare.”
“Ah,
si tratta di questo!” fece Agata.
“Sì,
e di che cosa, altrimenti?”
“No
no, nulla. Ma perché non la vogliono pagare?” chiese Agata.
“Vede,
saprà che il signor Cesare per via di quel bitorzolo era diventato
brutto, così ho pensato di toglierlo con un foto ritocco dalle
immagini degli annunci, ma i parenti non sono d'accordo e dicono che
senza bitorzolo il signor Cesare è irriconoscibile. Per questo non
vogliono pagarmi” spiegò l'addetto alle pompe funebri.
Ad Agata scappò da ridere, un
po' per quello strano uomo che aveva pensato di rimuovere il
bitorzolo che il signor Cesare aveva voluto e non potuto togliere da
sempre, un po' per i parenti che invece il bitorzolo lo volevano, lo
volevano eccome, sugli annunci. L'uomo riprese a piangere, ma Agata
pensò che la soluzione non era poi tanto difficile da trovare.
Un banco più avanti infatti
Agata aveva intravisto Sebastiano, un ragazzino sui dodici anni che
abitava poco lontano da casa sua, che sapeva molto dotato per il
disegno. Una volta l'aveva visto, sbirciando dalle finestre, mentre
faceva caricature ai passanti ed era riuscita a trovarle molto
somiglianti. Agata pensò che Sebastiano, presente al funerale perché
il signor Cesare molte volte l'aveva aiutato a sistemare la sua
bicicletta, avrebbe potuto essere la soluzione ai problemi dell'uomo
piangente.
Mentre la funzione iniziava,
Agata sottovoce espose il piano all'uomo delle pompe funebri, che
parve un poco sollevato, bastava che il ragazzino sapesse disegnare
bene i bitorzoli sul naso del signor Cesare. Ormai gli annunci li
avevano visti tutti e tutti si erano accorti che mancava il
bitorzolo, ma per farsi pagare l'unica era “rendere giustizia” al
vero aspetto del signor Cesare. Così, terminata la cerimonia, Agata
avvicinò il ragazzino e sua madre, che acconsentì affinché il
figliolo disegnasse il bitorzolo sugli annunci.
“Dovrò
andare a casa, a prendere le matite” disse Sebastiano e mentre gli
altri annuivano l'uomo delle pompe funebri disse che doveva passare
per diversi paesi per correggere gli annunci, così il ragazzo, sua
madre e Agata sarebbero andati con lui in macchina, sul carro
funebre. Sebastiano tornò poco dopo e mentre la folla si disperdeva
attaccò a disegnare il primo bitorzolo sull'annuncio mortuario
attaccato alla bacheca della chiesa. Conosceva benissimo il signor
Cesare e realizzò un piccolo capolavoro, non solo perché il
bitorzolo appariva perfetto ma perché, ripassando i tratti con una
matita dello stesso colore dell'annuncio, rosa pallido, pareva che
non fosse nemmeno una sovrapposizione.
“È
molto dotato per il disegno” commentò Agata rivolgendosi sia alla
madre del ragazzo sia all'uomo, che non poteva credere alla sua
fortuna.
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A presto e ricordatevi di sorridere e ridere! Agata (e Lara).