La signora Clementina, infatti,
aveva un padre partigiano e aveva chiesto di poter partecipare anche
lei, di dare il suo contributo. Inizialmente il padre non ne voleva
sapere ma poi, vista l'insistenza della figlia, con gli altri capi
partigiani aveva deciso di affidarle dei compiti da staffetta
partigiana: in sella alla sua bicicletta la signora Clementina, nome
da partigiana Osvalda (Agata non aveva mai capito perché i
partigiani, molte volte, si fossero “battezzati” con nomi tanto
assurdi) portava messaggi cifrati, recapitava pacchetti, forniva
notizie.
Non era un compito facile, perché
doveva pedalare anche in montagna, e soprattutto era pericoloso
perché c'era sempre il rischio di essere perquisita e fermata dal
nemico, cosa che, però, non avvenne mai. Forse per il suo aspetto
gracile, che la faceva sembrare più piccola di quanto non fosse, al
nemico non doveva sembrare possibile che quella bimbetta costituisse
un pericolo.
La signora Osvalda era fiera di
ciò che faceva e nonostante il pericolo, o forse proprio per quello,
non rifiutò mai un compito che le era stato assegnato da qualche
partigiano. Alla fine della guerra suo padre e gli altri partigiani
le resero merito assegnandole un compenso simbolico, una nuova
bicicletta e una pergamena, tipo un attestato, che spiegava il suo
ruolo nella Resistenza.
La signora Osvalda era
felicissima, ma quando si ritornò alla vita di tutti i giorni, capì
che la staffetta partigiana era stata solo una parentesi, che ora
tutti si aspettavano che le donne tornassero a fare le donne. E
basta. Solo che la signora Osvalda non era il tipo da fare “solo la
donna”, sicché, mentre cresceva e diventava adulta, mentre era
riuscita a diventare maestra, dall'altro non si rassegnò mai alla
fine della sua vita da staffetta.
Così, impose a tutti di
chiamarla sempre Osvalda e mai più Clementina e con la bicicletta
nuova avuta in dono dai partigiani percorreva più volte alla
settimana gli stessi sentieri sui monti e in generale gli stessi
percorsi che aveva fatto molte volte durante la guerra. Era arrivata
al punto di scrivere messaggi per gente che non esisteva, messaggi
assurdi che parlavano di appostamenti, munizioni, operazioni segrete...
Nessun commento:
Posta un commento