La signora Edvige
La signora Edvige da quando aveva
scoperto i numeri alla scuola elementare aveva programmato tutta la
sua vita in decine. A dieci anni, aveva deciso di imparare a suonare
la chitarra, anche se a scuola si suonava solo il flauto e aveva
dovuto chiederla in prestito ad un vicino, a nuotare bene, visto che
stava solo a galla, ma le era difficile spostarsi dal punto in cui si
era tuffata, a leggere certi libri barbosi dei grandi, come Guerra e
Pace, che secondo lei le avrebbero permesso di aprire la testa e
essere un passo avanti ai suoi amici, fermi ai fumetti. Fu quello che
fece raggiunti i dieci anni, perfezionando queste sue attività fino
ai venti. Naturalmente la signora Edvige aveva steso per iscritto il
suo piano, in modo da non dimenticare nulla e attenersi
scrupolosamente ad esso.
Così, a vent'anni era previsto
che incontrasse l'anima gemella, anche perché grazie a Dio aveva
superato i problemi di acne e ora aveva la pelle liscia come una
pesca, era graziosa e sapeva discutere di tutto, specie dei romanzi
russi. Capitò durante un' uscita con le amiche in un locale alla
moda e appena lo vide, un ragazzo che doveva avere suppergiù la sua
stessa età, decise che sarebbe stato quello l'uomo della sua vita.
L'unico problema, e non era in realtà un problema da poco, era che
il ragazzo, di nome Alberto, aveva già la ragazza. Secondo la
signora Edvige e le sue amiche del cuore non era altro che una
smorfiosa, che mirava solo a trovare un uomo da sposare. La signora
Edvige non si rendeva neppure conto che pure lei, in effetti, si
stava comportando nello stesso identico modo. Comunque, la tabella
delle decine non ammetteva ritardi, per cui l'anno in cui compiva
vent'anni la signora Edvige doveva essere fidanzata con Alberto.
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