giovedì 31 agosto 2017

IL FUNERALE DELLA SIGNORA OLGA-ESTRATTO DEL LIBRO GRATUITO

Ciao a tutti! Per voi un estratto gratis del libro, con il funerale dela signora Olga!



Quando videro Agata avvicinarsi al vialetto della casa della signora Olga, dov'era stata sistemata la bara visto che in casa non c'era posto, i vicini non proferirono parola. La guardarono avanzare, titubante con il suo bigliettino in mano, fino a che li raggiunse. Segnò la bara con l'arnese preso dal secchiello dell'acqua santa-anche il prete era rimasto basito vedendola- depositò il biglietto sul vassoio per le condoglianze e quindi alzò lo sguardo sui presenti e accennò un saluto. Gli altri abbassarono appena la testa, come a ricambiare, senza dire una parola, come avendo paura di spezzare quella sorta di incantesimo scaturito dall'uscita di casa di Agata.
Dopo ciò, il corteo partì, attraversando la via principale del paese, per raggiungere la chiesa. Era quello il primo momento in cui normalmente la gente, a disagio per quel procedere lento-Agata non aveva mai capito il perché di quella lentezza-a disagio anche per essere pigiati l'uno all'altro, prendeva coraggio e iniziava a parlare.
Fu così che Agata si ritrovò a camminare fianco a fianco con il signor Lino, un uomo sui sessanta, in pensione, che sorrise ad Agata quasi timidamente.

Ha già seminato le patate?” chiese d'impulso Agata, meravigliandosi di essere riuscita a parlare di nuovo con un essere umano. Sapeva che il signor Lino coltivava due orti che curava con passione quasi maniacale, lo vedeva a volte spiando dalle tende, sapeva quindi che quello era un buon argomento di conversazione. Infatti il signor Lino s'illuminò tutto.

Oh, sì! Già l'altra settimana” rispose “ma la terra è secca, dovrebbe piovere di più” commentò lui, tutto contento. Evidentemente erano poche le persone che s'interessavano delle patate che seminava.

Già, è un tempo strano” disse felice Agata, introducendo un altro argomento sempre verde, appunto le condizioni climatiche.

, fa troppo vento, secca tutto, spero che cambi, a volte la mattina gela ancora, pensi un po'. E lei, ha già trapiantato le viole?” Il signor Lino sapeva che Agata tanti anni prima aveva varie aiuole di viole, ma che da tanto non le curava più, però gli sembrò simpatico chiedere. Anche Agata sapeva che lui sapeva, ma le sembrò scortese far notare l'incuria del suo giardino.

No, non ancora, aspettavo per l'appunto che facesse più caldo” rispose.

Ah!” disse il signor Lino, annuendo, pensando al gelo che altrimenti avrebbe fatto morire le viole di Agata.

Così, per il momento, con quello scambio incentrato sulla semina delle patate e sui trapianti di viole, il primo colloquio di Agata da decenni finì lì. Però, pensò lei, avrebbe anche potuto piantarle di nuovo, le viole. Sì, avrebbe potuto farlo ancora. Il corteo nel frattempo raggiunse la chiesa, tutti presero posto nei banchi di legno, la bara fu deposta davanti all'altare. Iniziò la funzione e tutti tacquero, rispondendo alle litanie del parroco tutti insieme, nessuno che finisse prima o dopo, e anche questo Agata non l'aveva mai compreso, per cui bisognava attendere il secondo corteo, quello verso il cimitero, a fine funzione, per poter attaccare bottone con qualcun altro. Intanto, tutti avevano notato Agata, stupefatti dalla sua presenza, tutti tranne il signor Lino, contento che qualcuno si fosse interessato alla sua produzione agricola.
Finita che fu la cerimonia, la bara venne portata con il carro funebre fino al cimitero, mentre il secondo corteo avanzava, sempre lento, sempre con qualcuno che aveva paura di pestare i piedi alla persona che aveva davanti. Agata aveva pensato di continuare la conversazione agricola con il signor Lino, ma questi era rimasto in fondo alla fila, per cui le sarebbe stato impossibile.
Intravide la signora Elsa, con un casco di capelli blu da far spavento. Di solito le vecchiette quando vanno dalla “pettinatrice” (termine che usano anziché dire parrucchiera) per la permanente, ne escono con i capelli leggermente bluastri, con sfumature che vanno dal pallido azzurro ad un blu un poco più accentuato, ma sono solo riflessi. La signora Elsa invece aveva i capelli blu elettrico alla Lucia Bosè se non peggio. Agata si trattenne dal ridere per quello che sicuramente era stato un inconveniente della “pettinatrice” e le si avvicinò. La signora Elsa la vide, ma guardò per terra, un po' perché non sapeva che dire un po' per la vergogna per quei suoi capelli.

Salve, come va?” disse invece Agata, per nulla scoraggiata. L'ombra della casa di riposo, infatti, era sempre presente nella sua mente.

Ah, bene grazie” tentennò la signora Elsa. Poi, come spinta da un impulso irrefrenabile, sbottò:
Lo so, sono terribili. Ma che potevo farci? La pettinatrice ha una nuova assistente e quella ha sbagliato le dosi di non so che, e adesso ho i capelli così, avevo pensato di metterci un cappello, un foulard, ma è tutto inutile” piagnucolò la signora Elsa.

Agata annuì.
Non le hanno proposto qualche soluzione?” chiese alla fata turchina.

Ah, sicuro! Volevano radermi a zero la testa, ecco cosa volevano fare! Sarei sembrata un naziskin, un ultrà, una borseggiatrice di strada!” rispose irosa la signora Elsa. Si capiva che, dalla pettinatrice, si doveva essere svolta una lite furibonda.

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